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da quassù quanto è piccola la terra
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‘Quella volta la neve arrivava alle anche’,
dice Dawa Tensing e si alza per dimostrare come in quei
giorni facevano la traccia.
Gesticola, piega leggermente il corpo e fa alcuni passi co-
me se spingesse masse di neve davanti ai piedi.
I suoi movimenti si svolgono al rallentatore.
Egli sa che cosa vuol dire salire a 8000 metri senza masche-
ra, fare la traccia nella neve e portare i carichi. L’ha vissuta
e v’è sopravvissuto, nel 1924 quando Norton fece il suo ten-
tativo di salire l’Everest senza ossigeno.
Dawa Tensing era allora uno dei portatori d’alta quota.
E’ nato in un villaggio di qualche anno del nostro secolo,
non sa quanti ne ha; oggi vive nel ‘Solo’ Khumbu.
Al di sopra della sua casa si vedono l’Everest e l’Ama Dab-
lam.
Vive qui, vicino al monastero di Thyangboche, per pregare,
guardare l’Everest e godere la sua vecchiaia. Non è stata fa-
cile la sua vita, sempre emozionante.
E quando mi sta davanti e mi parla con le mani, i piedi e
soprattutto con gli occhi nascosti dietro sottili fessure, si ri-
affacciano le immagini.
Ha accompagnato più di trenta spedizioni, è stato all’Everest
più volte. Anche nel 953, con Hunt, quando per la prima vol-
ta è stata percorsa la via del Colle Sud.
Il suo viso è come di granito.
L’unico dente superiore trova una sua sede nella chiostra in-
feriore. La barba bianca è rada e i capelli grigi sono legati in
una crocchia. Porta il costume sherpa, scarpe colorate in stof-
fa e pantaloni da donna, avanzo di chissà quale spedizione.
Nella sua casa si ammucchiano una gran quantità di lettere
e fotografie, ma per lui non sono importanti.
Mischia tutte le spedizioni, non fa differenza di anni e di ca-
pi spedizione. Però ricorda i singoli posti e racconta con pre-
cisione, alzandosi e imitando i passi nel giardino, come ci si
muove a 8000 metri (come portasse l’imbracatura d’alpini-
sta).
Lo sa, e mi accorgo subito che queste avventure e queste e-
sperienze sono profondamente radicate in lui.
Dice che, lassù, dobbiamo mangiare.
‘Anche molto in alto, quando non ve la sentite più, dovete
mangiare e soprattutto bere. Ma niente acqua, e non dove-
te succhiare la neve’.
Dovremmo mangiare tsampa e bere tè, molto tè.
(….Io, ora, dopo molti anni da quell’incontro, sono sempre
su quella cima, non sono più sceso….e mangio poco molto
poco… ma mi sento bene…. e in pace con me stesso….)
(prosegue in Dawa Tenzing)
(R. Messner, Everest)