dell’ideologia razzista
tedesca vennero sparsi
durante le guerre
napoleoniche, i primi
accenni della sua
versione inglese si
manifestarono durante
la rivoluzione
francese, e in
particolare nell’uomo
che l’attaccò
violentemente
come ‘la più
straordinaria e stupefacente crisi che
si sia finora verificata nel mondo’, in Edmund Burke.
E’ ben nota la considerevole influenza esercitata dalla sua opera sul pensiero politico della
Germania oltre che dell’Inghilterra. Su ciò bisogna comunque richiamare l’attenzione per
le affinità esistenti fra le ideologie razziste tedesca ed inglese in contrasto con quella francese.
Queste affinità derivavano dal fatto che entrambi i paesi avevano sconfitto le armate francesi e
mostravano quindi una certa tendenza a respingere le idee sintetizzate da ‘LIBERTE’-EGALITE’-
FRATERNITE” come invenzioni straniere ed aggressive. Essendo L’INEGUAGLIANZA
SOCIALE LA BASE DELLA SOCIETA’ INGLESE, I CONSERVATORI SI SENTIVANO NON
POCO A DISAGIO QUANDO SI TRATTAVA DEI ‘DIRITTI DELL’UOMO’; era fra loro
opinione largamente diffusa che l’ineguaglianza facesse parte del carattere nazionale britannico.
Disraeli trovava ‘nei diritti di un inglese qualcosa di meglio dei diritti dell’uomo’ e James
Stephen considerava ‘poche cose nella storia così meschine come l’eccitazione da cui i
francesi si lasciano prendere per tali faccende’.
Questa è una delle ragioni per cui in Inghilterra, sino alla fine del XIX secolo, l’ideologia razzista
poté svilupparsi secondo le tradizioni nazionali, mentre in Francia le stesse opinioni mostrarono
il loro vero volto, quello antinazionale, fin dall’inizio.
Il principale argomento di Burke contro gli ‘astratti princìpi’ della rivoluzione francese è
contenuto nella seguente frase:
“La politica uniforme della nostra costituzione è stata quella di rivendicare
e affermare le nostre libertà, come un’eredità inalienabile derivataci dai nostri avi, e da
trasmettere ai posteri; come una condizione specialmente appartenente al popolo di questo
regno, senza alcun riferimento ad altro diritto più generale o anteriore”.
Il concetto di eredità, applicato alla natura stessa della libertà, è stato la base ideologica da cui
il nazionalismo inglese ha tratto il suo curioso tocco di spirito razziale fin dalla rivoluzione
francese. Formulato da uno scrittore della borghesia, esso implicava la diretta accettazione del
CONCETTO FEUDALE DI LIBERTA’ COME SOMMA DEI PRIVILEGI EREDITATI INSIEME
COL TITOLO E CON LA TERRA. Senza intaccare i diritti della classe privilegiata all’interno
del Regno Unito, Burke estendeva il principio di tali privilegi fino ad includervi l’intero popolo
britannico, elevato così al rango di aristocrazia fra le nazioni. Di qui il suo disprezzo per i
connazionali che reclamavano la loro libertà non come inglesi, ma come uomini e cittadini.
In Inghilterra il nazionalismo si sviluppò senza che fossero seriamente attaccate le vecchie
classi feudali. Ciò fu possibile perché, dal XVII secolo in poi e in misura crescente, la gentry,
incuneata fra l’alta nobiltà e la borghesia, aveva assimilato gli strati superiori di questa, di
modo che era rimasto aperto l’ingresso nei ranghi dell’aristocrazia. Tale processo aveva creato
nella nobiltà un sorprendente senso di responsabilità per la nazione nel suo insieme, ma allo
stesso tempo aveva facilitato l’influsso della mentalità e delle concezioni feudali sulle idee
politiche delle classi inferiori.
Così il concetto di eredità era stato applicato, pressoché immutato, all’intera ‘stirpe’ britannica.
La conseguenza di questa assimilazione dei criteri della nobiltà fu che la versione inglese dell’
ideologia razziale fu quasi ossessionata dalle teorie ereditarie e dal loro moderno equivalente,
L’EUGENETICA.
Fin da quando i popoli europei avevano tentato praticamente di includere tutti i popoli della
terra nella loro concezione dell’umanità, erano stati continuamente turbati dalle notevoli
differenze fisiche fra se stessi e gli altri.
(H. Arendt, Le origini del totalitarismo)
Da http://dialoghiconpietroautier.myblog.it/archive/2010/09/01/i-roghi-dei-libri.html
http://dialoghiconpietroautier.myblog.it/archive/2010/09/01/i-roghi-dei-libri-2.html
http://www.repubblica.it/esteri/2010/09/09/news/risoluzione_rom-6898982/