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Fatte tali distinzioni, bisogna pensare le cose che vengono dopo.
Come infatti si può dividere una linea in due parti ugualmente ciascuna
di esse ancora in due secondo lo stesso rapporto, così si divide anche
l’intelligibile rispetto al visibile, e a sua volta si divida ciascuno di questi sì
che differiscano tra loro in chiarezza e oscurità; allo stesso modo, del sensibile
una sezione è costituita dalle immagini riflesse nelle acque e negli specchi,
l’altra invece è costituita dalle cose di cui queste sono immagini, e cioè piante
e animali; dell’intelligibile la sezione che corrisponde alle immagini è costituita
dai generi matematici: i geometri, infatti, una volta stabiliti come presupposti il
dispari e il pari e le figure e le tre specie di angoli, partono da questi elementi per
trattare il resto, e trascurano, come se le conoscessero, le cose reali, e non hanno da
rendere di ciò né a se stessi né ad altri; dei sensibili, invece, si servono, sì, ma senza
indagarli, e costruiscono i loro ragionamenti non già in funzione di questi, bensì del
diametro e del suo quadrato.
L’altra sezione è infine quella dell’intelligibile, su cui si esercita la dialettica.
Questa infatti pone delle ipotesi nel senso vero del termine, cioè non come
presupposti, ma come punti di partenza e di appoggio per arrivare a quell’
incondizionato che è il principio di tutto, e una volta raggiuntolo rifare il percorso
in giù sino alla fine senza utilizzare nessun sensibile, ma solo forme pure
dei sensibili.
In queste quattro sezioni bisogna ben distribuire anche le affezioni, e chiamare
intellazione quella che sta al punto più alto, ragione che viene subito, credenza
la terza e immaginazione la quarta.
Ebbene, io ritengo che anche ciò risulti evidente che quattro sono le differenze
tra gli enti, e quattro i princìpi per giudicarli, e che il ragionamento nel mezzo tocca
i due estremi, cioè gli intelligibili e i sensibili, giacché si colloca in posizione
terminale rispetto all’intelletto e alla sensazione che sono come suoi princìpi e
di cui esso è realizzazione finale.
Esiste anche il seguente assioma generale relativamente ad ogni facoltà conoscitiva,
cioè che i simili si conoscano col simile.
E’ possibile dunque anche apprendere ambedue, intelligibili e sensibili, da
ambedue e i diversi dai diversi, e fare uguali differenze sia in senso generale che
in senso particolare come se fossero in essi, e ordinare il passaggio dai diversi
ai diversi, cioè da inferiori ai superiori; e Archita stabilisce come si deve compiere,
a proposito dell’intelletto, l’elevazione e la combinazione di ogni cosa.
(Giamblico, Matematica comune)