LA NATURA 2

Da  http://giulianolazzari.myblog.it

      http://pietroautier.myblog.it

La tecnica sciamanica per eccellenza consiste nel passaggio da una

regione cosmica all’altra: dalla Terra al Cielo o dalla Terra agli Inferi.

Lo sciamano conosce il mistero delle rotture di livello.

Questa comunicazione fra le zone cosmiche è resa possibile dalla struttura

 stessa dell’Universo che, come subito vedremo, viene concepito, nel suo

insieme, come ripartito in tre piani – Cielo, Terra e Inferi – collegati fra 

loro da un asse centrale.

Il simbolismo col quale viene espressa la solidarietà e la comunicazione fra 

le tre zone cosmiche è abbastanza complesso e non sempre esente da

contraddizioni: si è che questo simbolismo ha avuto una ‘storia’ ed è 

stato più volte modificato e contaminato nel corso dei tempi da altri simbolismi

cosmologici più recenti.  Ma lo schema essenziale resta sempre visibile, anche

nelle forme terminali che risentono di numerose influenze: esistono tre grandi

regioni cosmiche che possono esser attraversate successivamente perché sono

collegate da un asse centrale.

Naturalmente, questo asse passa per una ‘apertura’, per un ‘foro’ ; usando questo

foro gli Dèi scendono sulla terra e i morti nelle regioni sotterranee; ed è del pari 

grazie ad esso che l’anima dello sciamano in estasi può innalzarsi in volo o 

discendere nei suoi viaggi celesti o infernali.

Prima di dare qualche esempio di questa topografia cosmica occorre fare una 

osservazione preliminare. Il simbolismo del ‘Centro’ non è necessariamente una

idea cosmologica. 

Originariamente ha avuto carattere di ‘centro’, luogo possibile di una rottura di 

livello, ogni spazio sacro, cioè ogni spazio cui si leghi una ierofonia e che manifesti

delle realtà (forze, figure, ecc) che non sono del nostro mondo, che vengono da 

un’altra parte, e in primo luogo dal cielo. 

(Mircea Eliade)

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L’ANIMA NELLA MATERIA VERSO UNA TEORIA…

Da  http://giulianolazzari.myblog.it

1) Si può presumere che vi sia in noi una ‘duplice sostanza’ e perciò

anche due specie di facoltà e attività, quelle che sono sempre perfette,

e quelle che sono successivamente imperfette e perfette.

Questa soluzione cerca di spiegare la tensione esistente nella nostra vita

psichica attraverso un’anima duplice. L’uomo dunque avrebbe un’anima

superiore, che è immutata e sempre perfetta, e un’anima inferiore, che 

cambia, e con cui si può spiegare il passaggio dall’imperfezione alla 

perfezione.

Se le due sostanze sono separate l’una dall’altra, allora viene spezzata 

l’unità dell’essere vivente, in quanto essa poggia sull’unità dell’anima.

In questo caso, sarebbe composta da una molteplicità. Inoltre, l’anima 

superiore sarebbe interamente separata, non avrebbe più controllo sulla

vita umana, e non avrebbe, di fatto, niente da fare con essa. 

Il fatto che la vita umana sia caratterizzata dall’essere perfetta e imperfetta

di volta in volta, si può imputare solo alla seconda anima. 

L’ipotesi di un’anima che non muti è pertanto completamente superflua.

Si potrebbe, forse, sostenere che questo non si riferisce a due ‘sostanze’ in

senso proprio, ma piuttosto a due ‘vite’ o ‘princìpi’  o ‘relazioni’ all’interno 

dell’anima stessa. 

Certamente, in questo modo, viene garantita l’unità dell’essere vivente, cosicché

l’ ‘Io’ umano non è come un CORO o certe altre molteplicità, poiché queste  ‘vite’,

si combinano per formare un singolo principio. 

Ma allora ci troviamo nuovamente di fronte alla questione originaria, cioè dobbiamo

di nuovo ricercare se quest’unico principio, benché consista di due vite, sia o meno

uniforme, interamente puro e immutabile. Nel primo caso, non è di nuovo

assolutamente possibile nell’anima la presenza di ‘imperfezione’, o ‘male’, o 

‘passione’, né nella sua sostanza, né nei suoi atti, poiché gli atti seguono la 

sostanza. D’altra parte, non possiamo neanche considerare l’anima come 

completamente mutevole, poiché, attraverso tutti i cambiamenti, la sua vita

perdura.

Di conseguenza, GIAMBLICO respinge entrambe le alternative. L’anima non 

è immutabile, né cambia interamente.

Il discorso precedente permette una sola conclusione:” SECONDO GIAMBLICO,

l’anima particolare abbraccia entrambe le caratteristiche ‘ugualmente’, sia 

permanenza sia cambiamento, cosicché, in questo modo, anche la sua posizione

intermedia viene nuovamente preservata; gli esseri superiori sono stabili, quelli

mortali completamente mutevoli. 

L’anima particolare, invece, essendo al centro, è divisa e moltiplicata insieme agli

esseri mondani, e non solo rimane permanente, ma cambia, poiché vive attraverso 

tante vite DIVISIBILI”. 

2) Ogni osservazione della luce diffusa proveniente dall’elettrone presuppone un

effetto fotoelettrico e può quindi anche essere interpretata nel senso che un 

quanto di luce colpisce l’elettrone, viene riflesso da questo o viene deviato e

quindi, ancora rifratto dalle lenti del microscopio, provoca il fotoeffetto.

Nell’istante della determinazione della POSIZIONE, dunque nell’istante

in cui il quanto di luce è deviato dall’elettrone, l’elettrone cambia il suo 

impulso in maniera discontinua. Tale cambiamento è tanto più grande,

quanto più piccola è la lunghezza d’onda della luce impiegata, cioè quanto

più precisa è la determinazione della posizione. 

Nel momento in cui la posizione dell’elettrone è nota, il suo impulso può 

quindi essere conosciuto soltanto a meno di quantità che corrispondono a

quel cambiamento discontinuo, di conseguenza quanto più precisamente

è determinata la posizione, tanto più imprecisamente è conosciuto l’impulso

e viceversa.

3) Come abbiamo visto, non è che l’elettrone fosse localizzato in una delle 

possibili posizioni e che noi siamo in grado di individuarla: era presente in 

tutte le posizioni perché ogni possibilità, ogni possibile storia, ha contribuito

a creare ciò che ora OSSERVIAMO. 

La fisica classica, basata sulla convinzione comune che gli eventi abbiano alle 

spalle una storia univoca, sostiene che qualsiasi elettrone tocchi lo schermo

passa attraverso la fenditura di sinistra o quella di destra. La figura di interferenza

rilevata può essere spiegata solo ipotizzando una sovrapposizione tra qualcosa

che passi attraverso ENTRAMBE le fenditure.

La fisica quantistica spiega perfettamente il fenomeno, al prezzo però di cambiare

drasticamente la nostra visione del passato, la nostra descrizione di come le cose

che osserviamo siano arrivate a essere come sono. 

Secondo la meccanica quantistica la funzione d’onda di ogni ELETTRONE E’ 

PASSATA ATTRAVERSO ENTRAMBE LE FENDITURE, ha creato DUE 

ONDE CHE INTERFERISCONO E DANNO LUOGO ….

( Steel, Heisenberg, Greene)

( Giuliano Lazzari, Il Viaggio, Ed. Uniservice)

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