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1) Si può presumere che vi sia in noi una ‘duplice sostanza’ e perciò
anche due specie di facoltà e attività, quelle che sono sempre perfette,
e quelle che sono successivamente imperfette e perfette.
Questa soluzione cerca di spiegare la tensione esistente nella nostra vita
psichica attraverso un’anima duplice. L’uomo dunque avrebbe un’anima
superiore, che è immutata e sempre perfetta, e un’anima inferiore, che
cambia, e con cui si può spiegare il passaggio dall’imperfezione alla
perfezione.
Se le due sostanze sono separate l’una dall’altra, allora viene spezzata
l’unità dell’essere vivente, in quanto essa poggia sull’unità dell’anima.
In questo caso, sarebbe composta da una molteplicità. Inoltre, l’anima
superiore sarebbe interamente separata, non avrebbe più controllo sulla
vita umana, e non avrebbe, di fatto, niente da fare con essa.
Il fatto che la vita umana sia caratterizzata dall’essere perfetta e imperfetta
di volta in volta, si può imputare solo alla seconda anima.
L’ipotesi di un’anima che non muti è pertanto completamente superflua.
Si potrebbe, forse, sostenere che questo non si riferisce a due ‘sostanze’ in
senso proprio, ma piuttosto a due ‘vite’ o ‘princìpi’ o ‘relazioni’ all’interno
dell’anima stessa.
Certamente, in questo modo, viene garantita l’unità dell’essere vivente, cosicché
l’ ‘Io’ umano non è come un CORO o certe altre molteplicità, poiché queste ‘vite’,
si combinano per formare un singolo principio.
Ma allora ci troviamo nuovamente di fronte alla questione originaria, cioè dobbiamo
di nuovo ricercare se quest’unico principio, benché consista di due vite, sia o meno
uniforme, interamente puro e immutabile. Nel primo caso, non è di nuovo
assolutamente possibile nell’anima la presenza di ‘imperfezione’, o ‘male’, o
‘passione’, né nella sua sostanza, né nei suoi atti, poiché gli atti seguono la
sostanza. D’altra parte, non possiamo neanche considerare l’anima come
completamente mutevole, poiché, attraverso tutti i cambiamenti, la sua vita
perdura.
Di conseguenza, GIAMBLICO respinge entrambe le alternative. L’anima non
è immutabile, né cambia interamente.
Il discorso precedente permette una sola conclusione:” SECONDO GIAMBLICO,
l’anima particolare abbraccia entrambe le caratteristiche ‘ugualmente’, sia
permanenza sia cambiamento, cosicché, in questo modo, anche la sua posizione
intermedia viene nuovamente preservata; gli esseri superiori sono stabili, quelli
mortali completamente mutevoli.
L’anima particolare, invece, essendo al centro, è divisa e moltiplicata insieme agli
esseri mondani, e non solo rimane permanente, ma cambia, poiché vive attraverso
tante vite DIVISIBILI”.
2) Ogni osservazione della luce diffusa proveniente dall’elettrone presuppone un
effetto fotoelettrico e può quindi anche essere interpretata nel senso che un
quanto di luce colpisce l’elettrone, viene riflesso da questo o viene deviato e
quindi, ancora rifratto dalle lenti del microscopio, provoca il fotoeffetto.
Nell’istante della determinazione della POSIZIONE, dunque nell’istante
in cui il quanto di luce è deviato dall’elettrone, l’elettrone cambia il suo
impulso in maniera discontinua. Tale cambiamento è tanto più grande,
quanto più piccola è la lunghezza d’onda della luce impiegata, cioè quanto
più precisa è la determinazione della posizione.
Nel momento in cui la posizione dell’elettrone è nota, il suo impulso può
quindi essere conosciuto soltanto a meno di quantità che corrispondono a
quel cambiamento discontinuo, di conseguenza quanto più precisamente
è determinata la posizione, tanto più imprecisamente è conosciuto l’impulso
e viceversa.
3) Come abbiamo visto, non è che l’elettrone fosse localizzato in una delle
possibili posizioni e che noi siamo in grado di individuarla: era presente in
tutte le posizioni perché ogni possibilità, ogni possibile storia, ha contribuito
a creare ciò che ora OSSERVIAMO.
La fisica classica, basata sulla convinzione comune che gli eventi abbiano alle
spalle una storia univoca, sostiene che qualsiasi elettrone tocchi lo schermo
passa attraverso la fenditura di sinistra o quella di destra. La figura di interferenza
rilevata può essere spiegata solo ipotizzando una sovrapposizione tra qualcosa
che passi attraverso ENTRAMBE le fenditure.
La fisica quantistica spiega perfettamente il fenomeno, al prezzo però di cambiare
drasticamente la nostra visione del passato, la nostra descrizione di come le cose
che osserviamo siano arrivate a essere come sono.
Secondo la meccanica quantistica la funzione d’onda di ogni ELETTRONE E’
PASSATA ATTRAVERSO ENTRAMBE LE FENDITURE, ha creato DUE
ONDE CHE INTERFERISCONO E DANNO LUOGO ….
( Steel, Heisenberg, Greene)
( Giuliano Lazzari, Il Viaggio, Ed. Uniservice)