IMBROGLIONE E TRUFFALDINO CON IL GATTO E COL VINO (2)

Ma, come non esiste in realtà limite alla truffa, così non ne esisterebbe a questo saggio se

dovessi accennare sia pure alla metà delle variazioni sul tema cui questa scienza si presta.

Sono quindi costretto a concludere, e il modo migliore per farlo è quello di dare riassunto

di una magistrale, anche se un po’ complicata, truffa di cui è stata recentemente teatro la

nostra città, e che è stata in seguito ripetuta con successo in altri, ancor verdi, pascoli dell’

Unione.

Un signore di mezza età arriva in città,                          bigben.jpg

non si sa da dove. Una persona dal

comportamento scrupoloso, cauto,

contegnoso e prudente. Il suo

abbigliamento è estremamente curato

ma semplice, senza ostentazioni.

Cravatta bianca, panciotto largo,

più confortevole che elegante; scarpe

comode, dalle suole spesse; e

pantaloni senza bretelle.

Nell’insieme, ha l’aria dell”uomo

d’affari’ ‘par excellence’ – benestante,

quasi astemio, preciso e rispettabile – uno di quei personaggi esteriormente rigidi e severi

ma interiormente teneri, quali vediamo nelle commedie di successo – gente le cui parole

sono altrettante garanzie, che si distingue perché con una mano distribuisce ghinee in elemosine,

mentre con l’altra, a puro titolo di scambio, esige fino all’ultima frazione di centesimo.

Crea un mucchio di difficoltà prima di trovare un alloggio che gli vada bene. Non gli piacciono

i bambini. E’ avvezzo alla quiete. Le sue abitudini sono metodiche – e preferirebbe prendere

alloggio presso una piccola e risettabile famiglia privata, di sani princìpi religiosi. Per il prezzo,

non c’è problema -solo, insiste per saldare il conto al primo di ogni mese e, quando trova la

casa di suo gradimento, chiede alla padrona di non dimenticare mai, per nessun motivo, le

sue istruzioni su questo punto –                                 big ben 1.jpg 

ma di fargli una fattura, e una ricevuta,

alle dieci di mattina in punto, il primo

giorno di ogni mese e di non

rimandare mai, in nessun caso, al

secondo giorno.

Sistemate queste questioni,

il nostro uomo d’affari affitta

un ufficio in un quartiere più

rispettabile che elegante della città.

Non c’è nulla che egli disprezzi più

dell’ostentazione.

‘Dietro l’esibizione esteriore’, dice, ‘raramente c’è buona sostanza’ – osservazione che colpisce

la padrona di casa a tal punto che l’annota nella grossa Bibbia di famiglia, sull’ampio margine

dei Proverbi di Salomone.

La mossa successiva è quella di farsi pubblicità, più o meno nel modo appresso riportato, sui

giornali quotidiani d’affari della città – quelli da mezzo scellino; i giornali che costano meno

vengono scartati perché non ‘rispettabili’, e anche perché richiedono il pagamento anticipato

per le inserzioni. Il nostro uomo d’affari sostiene il principio che non bisogna mai pagare un

lavoro prima che sia compiuto.

(CERCASI. Gli inserzionisti, in procinto di avviare operazioni d’affari ad ampio raggio in

questa città, desiderano assumere tre o quattro impiegati ‘intelligenti e competenti’, ai

quali verrà corrisposto un generoso stipendio. Si richiedono le migliori referenze non tanto

in merito alla capacità quanto all’integrità. Trattandosi di un lavoro di grande responsabilità,

che comporta il passaggio di grosse somme di denaro per le mani degli impiegati, si è

ritenuto opportuno chiedere un deposito di 50 dollari, da ogni dipendente assunto.

Inutile quindi presentarsi se non disposti a versare ai presenti inserzionisti la cifra in

questione e se non in possesso delle migliori referenze di moralità PER ESSERE ASSUNTI

DALL’AGENZIA. Saranno preferiti i giovani di profondi princìpi religiosi. Presentarsi

dalle 10 alle 11 e dalle 16 alle 17 da BOGS, HOGS, LOGS, FROGS, & Co. n. 110 Dog Street)

Entro il 31 del mese, l’inserzione ha portato negli uffici dell’Agenzia…..della BOGS, HOGS,

LOGS, FROGS & Co. 15 o 20 gentiluomini e una giovin donzella di profondi princìpi

religiosi.

Ma il nostro uomo d’affari non ha alcuna fretta di concludere un contratto di assunzione

– un uomo d’affari non è mai precipitoso – e solo  dopo uno stringentissimo interrogatorio

in merito alle inclinazioni religiose di ciascun giovane gentiluomo, l’assunzione è conclusa

e la ricevuta per i suoi 50 dollari a puro titolo cautelare dalla rispettabile ditta.

Il mattino del primo giorno del mese successivo, la padrona di casa non presenta il conto,

come aveva promesso – una negligenza per cui il rispettabile capo della DITTA in ogs

avrebbe di certo redarguita severamente, se lo si fosse potuto convincere a rimanere ancora

un giorno o due in città per quello scopo.

Date le circostanze, i poliziotti hanno avuto giornate pesanti, spese a correre qua e là; e 

tutto quello che possono fare è dichiarare che l’uomo d’affari è sicuramente ‘hen knee

high’ – dal che molti deducono che essi intendono dire n.e.i. – iniziali dalle quali si risale

alla classica espressione ‘non est inventus’. Frattanto i giovani gentiluomini, nessuno 

escluso (assunti dalla rispettabile DITTA), sono un po’ meno religiosi e devoti di prima,

mentre la padrona di casa acquista per uno scellino una bella gomma e cancella accuratamente

l’annotazione a matita che qualche idiota ha tracciato nella sua grossa Bibbia di famiglia,

sull’ampio margine dei Proverbi di Salomone.

(E.A. Poe)

Da http://giulianolazzari.splinder.com

 

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LE VOLPI URBANE (2)

(….Cari amici, fratelli, camerati                                            padella_castagne.2.jpg

..e compagni, nell’attesa di qual

sivoglia evento, e visto la stagione

propizia, prepariamoci al rito

antico della castagna. 

In attesa di una nuova guerra,

e di una nuova volpe,

prepariamoci, qui nelle nostre

trincee cittadine al rito antico

del buon sapore….

Il vostro Pietro Autier…)

Il segreto, in fin dei conti, sta

in una sola parola: plasticità.

Il comportamento delle volpi è stato studiato

in varie parti del mondo e s’è visto che,

entro certi limiti, niente c’è di fisso e di definito.

La volpe ad esempio è animale solitario:                                fennec.jpg

ogni adulto se ne sta per considerevole 

periodo dell’anno solo in un suo territorio

e sviluppa una sua relativa socialità

soprattutto in rapporto con la riproduzione.

Il maschio e la femmina cioè per un po’ 

convivono monogamicamente; un po’ poi

il maschio dà una mano a tirar su la 

figliolanza. La mamma, per parte sua,

coll’allegra ed esplorativa cucciolata spende

ancora più mesi. I giovani, divenuti quasi

adulti, sentono infine crescer dentro una 

forte tendenza a disperdersi, a cercarsi, ciascuno, una sua propria, individuale, area

abitativa. Ebbene, a seconda della situazione ambientale, sia la dimensione di quest’area

sia la disponibilità a convivere con altri varia notevolmente. Così la monogamia può 

qualche volta tramutarsi in poligamia. Può anche succedere che più adulti, pur

frequentandosi poco, indipendentemente da motivi sessuali, stiano insieme nello stesso

territorio. A condizionare la socialità è, in definitiva, la disponibilità e la qualità, e 

anche la distribuzione, delle risorse alimentari. E’ questo infatti il punto interessante.

La volpe può apprendere a nutrirsi quasi del tutto, animali e vegetali; sa, in caso di

abbondanza, far scorte nascondendo una parte del cibo in previsione dei momenti 

duri. Dimostra, infine, una sorta particolare di altruismo. Così: soprattutto ispezionando

intorno alle discariche studia con attenzione ciò che può essere cibo e che, invece, 

cibo non è. Ebbene, durante questa sua attività da spazzino marca coll’urina ogni 

oggetto apparentemente commestibile ma in realtà non valutato tale. Così, quando

poi un’altra volpe passa vicino a una sostanza già marcata, il segnale lasciato 

annunzia ‘niente cibo’. La volpe ‘legge’ e passa via…..

(Danilo Mainardi, Dalla parte degli animali)

Da http://giulianolazzari.splinder.com

                                                    

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LE VOLPI URBANE

Le volpi urbane non sono                              im_RedFox.jpg

astutissimi finanzieri, sono

volpi davvero.

Hanno il pelo rossiccio,

gli occhi intelligenti, la

coda lunga e folta, l’acre

odore di selvatico di tutte

le volpi del mondo ma non

se ne stanno nella macchia

deserta di uomini dove

di notte l’unico rumore è

il canto dell’allocco, lo 

stridio del pipistrello

oppure, nelle sere dell’amore, il loro stesso guaire e latrare. Le volpi urbane (germanizzate)

sono tra noi, dietro l’angolo di casa nostra e, essendo nate lì, per loro è consueto lo sferragliare

del tram, l’accelerata della moto. Noi ancora non le abbiamo scoperte, ma un giorno, forse, 

non ci meraviglierà se ne vedremo una in fondo al nostro giardino intenta magari a masticare

una bacca di rosa.

Ah – diremo – ecco la volpe.

E niente più.

La volpe è un animale formidabile. Il suo successo, resistente a ogni persecuzione, lo attesta.

Ma chi è la volpe?

Troppe leggende, troppa letteratura. Troppi di noi pensano volpe e subito affiora il luogo

comune. Fedro, Esopo, La Fonataine, Collodi, e racconti del nonno cacciatore, e tante tradizioni,

e miti e superstizioni. Un animale più immaginato che saputo. E del resto non è facile studiare

la volpe, ma oramai da non pochi anni gli etologi sono impegnati, e un certo qual identikit,

seppure un po’ sfumato, comincia a risultare. Così dirò della volpe di campagna, perché è

conoscendo lei che è possibile comprendere come, la campagnola, ha fatto a divenire cittadina.

Ma pur cittadina, diremo ….

– Ah…ecco la volpe!

E niente più.

(Danilo Mainardi, Dalla parte degli animali)

Da http://giulianolazzari.splinder.com

                                                  

  

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