L’UOMO E LA NATURA (il futuro)(12)

‘Il problema’ disse Rick ‘deriva tutto dal vostro modo di operare, signor Rosen.

Nessuno ha costretto la vostra organizzazione a sviluppare la produzione di

ROBOT-UMANOIDI al punto in cui…’

‘Abbiamo prodotto quello che volevano i colonizzatori’ disse Eldon Rosen.

‘Abbiamo seguito il principio noto fin dalla notte dei tempi, che sta alla base

di qualsiasi impresa commerciale. Se la nostra azienda non avesse prodotto

questi tipi sempre più simili all’uomo, lì avrebbero prodotti altre aziende.

Sapevamo a quali rischi ci esponevamo quando abbiamo sviluppato l’unita

cerebrale NEXUS-6. Ma il vostro test di Voigt-Kampff era fallito prima che

noi immettessimo sul mercato quel tipo di androide. Se lei avesse sbagliato

nel classificare un NEXUS-6 come androide, se lei avesse concluso che era un

umano – ma non è questo che è successo’.

La voce gli era divenuta dura, mordace, penetrante.

‘Il suo dipartimento di polizia – e anche altri possono aver ritirato, molto probabilmente

hanno ritirato, degli umani al 100% ma con doti empatiche sottosviluppate, come questa

mia nipote. La sua posizione, signor Deckard, è estremamente antipatica da un

punto di vista morale.

– La nostra no’.

‘In altre parole’ disse con acume Rick ‘non avrò la possibilità di controllare nemmeno

un NEXUS-6. Mi avete messo d’acchitto tra capo e collo questa ragazza schizoide’.

E il mio test, si rese conto, è distrutto. Non avrei dovuto accettare, si disse. A ogni

modo è troppo tardi.

‘La teniamo in pugno, signor Deckard’ disse Rachael Rosen in tono calmo e ragionevole.

Quindi, si volse verso di lui e sorrise.

(……) Un’ora dopo, sul furgone dell’azienda, aveva ritirato il primo animale malfunzionante

del giorno. Un gatto elettronico: sdraiato nella gabbia da trasporto in plastica impermeabile

alla polvere, nel retro del furgone, ansimava con strana irregolarità.

Si potrebbe dire che è vero, osservò Isidore sulla via del ritorno alla Clinica per animali

Van Ness – quella piccola impresa dal nome così accuratamente fuorviante che

resisteva a stento nel duro mondo della concorrenza tra gli addetti alle riparazioni

degli animali finti.

Accidenti, si disse, sembra davvero che stia morendo.

Forse la batteria vecchia di dieci anni è andata in corto e tutti i circuiti stanno

sistematicamente bruciando. Un lavoro di quelli grossi; Milt Borogrove, il meccanico

della Clinica per animali Van Ness, avrà il suo bel da fare. E al proprietario non ha fatto

neanche un preventivo, si rese conto, rabbuiandosi.

Il tizio mi ha buttato in braccio il gatto, ha detto che aveva cominciato a stare male durante

la notte, e poi mi sa che se n’è andato al lavoro. A ogni modo, d’un tratto il veloce scambio

verbale s’era interrotto e il proprietario del gatto era sfrecciato rombando su nel

cielo nella sua fantastica aeromobile, un nuovo modello personalizzato.

Tra l’altro, l’uomo era un nuovo cliente.

Rivolto al gatto, Isidore disse: ‘Ce la fai a resistere finché arriviamo in officina?’…..

(Philip K. Dick, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?)

dedicato a Giulia….(in):

http://www.terranews.it/opinioni/2010/10/xenotrapianti-e-altri-esperimenti-con-cellule-animali

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