Da http://giulianolazzari.myblog.it
SIG. BAUMANN: Non potrebbe significare che l’animale esprime movimento,
mentre l’albero è autosufficiente, immobile? Possiede la perfezione. In questo
senso forse esprime meglio la spiritualità rispetto all’animale che si muove
nello spazio.
DOTT. JUNG: Sì, sebbene spiritus significhi vento e animus respiro, che anch’esso
si muove. Un fortunale potrebbe essere paragonato a dei cavalli al galoppo, per
esempio; per le cose spirituali abbiamo simboli animali, senza dubbio. Lo spirito
al quale stiamo alludendo non è però una rinconcezione dello spirito in generale,
ma una concezione di un particolare tipo di spirito. In base alle vostre descrizioni,
è uno spirito autosufficiente, autonomo, che si nutre degli elementi ed è piuttosto
indipendente dalla vita animale. Denota perciò un tipo di spirito indipendente
che non è una manifestazione della vita animale. E’ come se questa ‘donna’ avesse
conosciuto, in qualità di spirito, solo la manifestazione della vita animale (attraverso
un lupo o un orso), il respiro della creatura vivente con tutti gli eccessi ed i difetti
(parliamo di un lupo…). Ma questo non è il vero spirito.
SIG. BAUMANN: Soprattutto per un americano, si potrebbe definire lo spirito
come una forma di azione.
DOTT. JUNG: Esattamente. Invece lo spirito è anche una forma di inattività. Una
forma di spirito si presente come un senso di turbamento. Per esempio, il vocabolo
tedesco per spirito è ‘geist’, che deriva dalla radice gotica ‘us-gaisyan’, che significa
essere turbati, emozionati. La parola svizzera ‘uf-gaista’ significa essere molto turbati.
‘Geist’ in origine si riferiva alla parola ‘ghost’, si potrebbe dire quindi che uno spirito,
uno spettro, denoti un turbamento. L’irritabilità, l’eccitazione dei cavalli focosi, nella
nostra concezione, è ‘geistig’. Le radici delle parole rimandano alle immagini che
sottendono la nostra rappresentazione mentale, possiamo perciò concludere che lo
spirito, ‘Geist’, l’anima, è un soffio, il “respiro dalle nostre bocche”. Ma per contraddis
tinguerlo da ciò che si potrebbe chiamare un fraintendimento animale, l’inconscio
reputa che la vita spirituale autentica sia assimilabile alla crescita delle piante.
E’ la condizione orientale – della Cina o dell’India – ma non la nostra concezione
occidentale. In occidente lo abbiamo identificato con ciò che chiamiamo ‘Geist’.
La gente comune definisce tuttora le grandi menti come grosse ‘Geister’. Il
vocabolo inglese ‘mind’ (mente) è di gran lunga migliore del tedesco ‘Geist’,
ma in tedesco è più significativo. In Francia sarebbe ‘grand esprit’; lì pensano
che gli esseri umani, essendo animali, potrebbero essere grandi spiriti.
(C.G. Jung)
(dedicato ad una piccola occidentale)