‘Il problema’ disse Rick ‘deriva tutto dal vostro modo di operare, signor Rosen.
Nessuno ha costretto la vostra organizzazione a sviluppare la produzione di
ROBOT-UMANOIDI al punto in cui…’
‘Abbiamo prodotto quello che volevano i colonizzatori’ disse Eldon Rosen.
‘Abbiamo seguito il principio noto fin dalla notte dei tempi, che sta alla base
di qualsiasi impresa commerciale. Se la nostra azienda non avesse prodotto
questi tipi sempre più simili all’uomo, lì avrebbero prodotti altre aziende.
Sapevamo a quali rischi ci esponevamo quando abbiamo sviluppato l’unita
cerebrale NEXUS-6. Ma il vostro test di Voigt-Kampff era fallito prima che
noi immettessimo sul mercato quel tipo di androide. Se lei avesse sbagliato
nel classificare un NEXUS-6 come androide, se lei avesse concluso che era un
umano – ma non è questo che è successo’.
La voce gli era divenuta dura, mordace, penetrante.
‘Il suo dipartimento di polizia – e anche altri possono aver ritirato, molto probabilmente
hanno ritirato, degli umani al 100% ma con doti empatiche sottosviluppate, come questa
mia nipote. La sua posizione, signor Deckard, è estremamente antipatica da un
punto di vista morale.
– La nostra no’.
‘In altre parole’ disse con acume Rick ‘non avrò la possibilità di controllare nemmeno
un NEXUS-6. Mi avete messo d’acchitto tra capo e collo questa ragazza schizoide’.
E il mio test, si rese conto, è distrutto. Non avrei dovuto accettare, si disse. A ogni
modo è troppo tardi.
‘La teniamo in pugno, signor Deckard’ disse Rachael Rosen in tono calmo e ragionevole.
Quindi, si volse verso di lui e sorrise.
(……) Un’ora dopo, sul furgone dell’azienda, aveva ritirato il primo animale malfunzionante
del giorno. Un gatto elettronico: sdraiato nella gabbia da trasporto in plastica impermeabile
alla polvere, nel retro del furgone, ansimava con strana irregolarità.
Si potrebbe dire che è vero, osservò Isidore sulla via del ritorno alla Clinica per animali
Van Ness – quella piccola impresa dal nome così accuratamente fuorviante che
resisteva a stento nel duro mondo della concorrenza tra gli addetti alle riparazioni
degli animali finti.
Accidenti, si disse, sembra davvero che stia morendo.
Forse la batteria vecchia di dieci anni è andata in corto e tutti i circuiti stanno
sistematicamente bruciando. Un lavoro di quelli grossi; Milt Borogrove, il meccanico
della Clinica per animali Van Ness, avrà il suo bel da fare. E al proprietario non ha fatto
neanche un preventivo, si rese conto, rabbuiandosi.
Il tizio mi ha buttato in braccio il gatto, ha detto che aveva cominciato a stare male durante
la notte, e poi mi sa che se n’è andato al lavoro. A ogni modo, d’un tratto il veloce scambio
verbale s’era interrotto e il proprietario del gatto era sfrecciato rombando su nel
cielo nella sua fantastica aeromobile, un nuovo modello personalizzato.
Tra l’altro, l’uomo era un nuovo cliente.
Rivolto al gatto, Isidore disse: ‘Ce la fai a resistere finché arriviamo in officina?’…..
(Philip K. Dick, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?)
dedicato a Giulia….(in):
http://www.terranews.it/opinioni/2010/10/xenotrapianti-e-altri-esperimenti-con-cellule-animali