Da http://pietroautier.myblog.it
SIGN.RA CROWLEY: Vorrei chiedere se non possa basarsi su qualcosa
di diverso dal respiro, poiché le piante respirano.
DOTT. JUNG: Verissimo. La respirazione delle piante però è una sorta di
concetto scientifico, e noi dobbiamo tener conto del fatto che per ciò che
riguarda i primitivi non esistono cose come dei concetti scientifici.
Ciò che fa la pianta viene definito respirazione, ma il respiro di un animale
fa veramente muovere l’aria, e questa è una caratteristica specificatamente
animale. Per esempio, si sente l’impatto del vento, eppure non lo si vede;
diventa perciò una similitudine per le cose che non possono essere viste
nonostante i loro effetti siano evidenti. Vediamo che un fatto spirituale,
un fatto invisibile, ha avuto luogo e ci chiediamo come sia stato provocato;
è all’opera qualcosa di invisibile, e il nostro unico esempio di una forza
invisibile è il vento. E’ come se il primitivo fosse a modo suo terribilmente
imbarazzato nel descrivere ciò che noi chiameremmo effetti psichici.
Poiché il corpo caldo, dice che deve esserci una fiamma, oppure deve esserci
un respiro poiché il corpo respira, o sta succedendo qualcosa di soprannaturale
perchè sente freddo. Un vento freddo è sempre stato il segno di una presenza
spettrale. Nelle sedute spiritiche succede davvero: si sente un soffio di aria fredda
che precede la manifestazione dello spirito, come se qualcuno fosse passato
molto velocemente. Si suppone che si tratti di uno spirito, il che significa:
– Sono turbato perché un vento freddo mi ha colpito.
Questa è l’idea di un effetto spirituale. Non c’è niente da vedere e niente su
cui si possa poggiare le mani, non c’è niente. Ma il fatto è che l’aria si è mossa
(nello stesso istante), ed è una sensazione molto particolare quando per la prima
volta si sente (parlare) uno sbuffo di aria molto fredda innegabilmente reale.
E’ naturale pensare che si tratti di un’allucinazione, ma la gente ha avuto queste
allucinazioni fin dalla creazione del mondo.
In ogni cultura è possibile scoprire esattamente lo stesso fenomeno, sia che
stiate partecipando a un incontro spiritistico in Cina, in Tibet, con i beduini sul
deserto africano o a New York.
(C. G. Jung)